C’ è il sole, piscine chiuse per pioggia

Repubblica — 10 agosto 2009 pagina 1 sezione: MILANO

POCHE gocce di pioggia al mattino e le tre più grandi piscine scoperte di Milano restano chiuse «per maltempo». È successo ieri, tra molte proteste dei cittadini che pensavano di combattere l’ afa dei trenta gradi con un tuffo. L’ assessore allo Sport, Alan Rizzi, attacca Milanosport, l’ azienda comunale che gestisce gli impianti e che ne ha lasciati aperti pochissimi: «È stata una chiusura inammissibilee ingiustificata. Serve una raddrizzata perché episodi come questo non si devono ripetere». MARCO BERTI E LUCIANA GROSSO

Repubblica — 10 agosto 2009 pagina 3 sezione: MILANO

TRENTA gradi, afa, sole. Ma a Milano le piscine rimangono sbarrate «per maltempo». È bastata la breve pioggia delle prime ore del mattino a giustificare, ieri, la chiusura delle piscine Lido, Romano e Scarioni, le più grandi della città. Nella Milano d’ agosto, dove dovrebbero essere disponibili 8081 posti, quelli effettivamente accessibili erano solo 1650 anche a causa di lavori in altri tre impianti. Solo Argelati, Saini, Sant’ Abbondio e Procida offrivano sollievo alla calura. La decisione di chiudere ha lasciato di stuccoi bagnanti, ma soprattutto ha suscitato l’ irata reazione dell’ assessore allo Sport Alan Rizzi: «La chiusura dei centri balneari per la pioggia nelle prime ore della giornata è inammissibile e totalmente ingiustificata – ha detto – la decisione è stata presa sulla base di motivazioni che non possono trovare giustificazione né in un risparmio dei costi né in una affrettata valutazione delle condizioni meteo. Milanosport – ha aggiunto l’ assessore – deve essere in grado di riaprire gli impianti in tempi brevi, non appena le condizioni meteo cambiano. Milanosport necessita di una raddrizzata affinché episodi come questo e come altri che si sono verificati durante l’ estate non si ripetano più». Forse il riferimento è anche al pasticcio di non più di due settimane fa all’ Argelati, quando la piscina cambiò il suo turno di chiusura, spostandolo eccezionalmente da martedì a giovedì, senza nessun avviso e per lasciare spazio a una festa privata. Benché Milanosport sostenga che le chiusure di ieri siano state coordinate, frutto di scelte e di precise indicazioni, i primi a non saperne nulla sono stati proprio i gestori dei centri balneari rimasti aperti. Più che avere obbedito ad ordini della società che gestisce gli impianti sportivi, sembra che abbiano alzato il naso, visto il sole e seguito il buon senso. «Un coordinamento dovrebbe esserci – dice il gestore di una delle piscine rimaste aperte – ma non ho sentito nessuno da Milanosport. Il cielo cominciava ad aprirsi, ho aspettato un po’ e quando è arrivata gente, verso le undici, ho deciso di aprire». Diversamente si sono comportati i loro colleghi di Lido, Romano e Scarioni, che hanno lasciato fuori decine di persone. Fuori dalle piscine rimaste chiuse restavano solo rabbia e stupore. «Ma scusate, dove sarebbe il maltempo?» si chiedevano gli aspiranti bagnanti l’ un l’ altro. Il loro tono è cambiato con il passare dei minuti. Da quello spavaldo del primo pomeriggio «Ma dai, sarà un errore, vedrai che fra un po’ aprono», a quello furente di chi si rende conto che i cancelli resteranno sbarrati, fino a quello, deluso, di bambini e anziani. Mohammed, visto che di entrare alla piscina Romano non se ne parla, trascina via i suoi due bambini. «Li porto all’ Idroscalo, il mare dei poveri, anche se a loro non piace perché non possono fare il bagno». Anche Marzia ci mette un po’ per convincere i suoi figli a tornare a casa e a rinunciare alla piscina: «Anche se è aperta, la Argelati è troppo lontana. Oggi dovranno accontentarsi di un film». Ci sono anche giovani coppie, studenti che vorrebbero prepararsi a un esame di inizio settembrea bordo vasca, qualcuno per non perdere l’ abbronzatura della già finita vacanza al mare, qualcuno perché «a casa non ho l’ aria condizionata». I più delusi sono gli anziani. Arrivano alla spicciolata verso la fine del pomeriggio: «Ho aspettato le cinque per uscire. Volevo prendere un po’ di fresco». Gianna, 72 anni e troppo caldo, gira sui tacchi e torna a casa. Oggi niente piscina. – MARCO BERTI, LUCIANA GROSSO

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